Dicono di Me

Massimo Carriero interessante artista , figlio d'arte , tarantino . 

La sua ricerca si espande , minuziosamente, dall'essenza profonda dell'uomo, attraversa la natura e lo spazio scalare del tempo e si proietta verso un punto in(de)finito verso l'alto. 

E' il suo racconto dell'uomo figlio della natura e della terra , sostanza bioenergetica di corpo e anima che percorre la strada in salita dall'elemento iniziale osseo , struttura portante della massa corporea e va verso l'elevazione cosmica. Sculture in bronzo, ferro patinato, legno, foglia oro in una spirale di incontro col cielo. Mistica e mistero umano nelle sue riflessioni di grafica digitale.

 

Prof.ssa  Carmela Amati

 

 

 

Massimo Carriero artista in controtendenza. Diplomatosi all’accademia delle Belle Arti di Firenze, ha scelto di tornare a Taranto e di mettersi in gioco in una realtà difficile e non priva d ostacoli. 

Il suo interesse per un’espressione artistica “istologica”, nasce dalla puntigliosa ricerca di scandagliare l’essenza delle cose, cio’ che è alla base dell’uomo, della sua struttura, della evoluzione e trasformazione di elementi ritenuti immobili nella loro composizione. Di qui, lo studio delle ossa, l’approfondimento culturale della loro natura, attraverso un lavoro sulle fonti, su accreditate esperienze che vanno da Leonardo a Michelangelo, da Leenhardt a Darwin, da Henry Moore a Meyers. Nascono in questo modo i suoi primi studi in un percorso che lo porta a ipotizzare torsioni ed estrusioni di forme immobili  e canoniche. Bronzi che hanno insito un senso di movimento che non dovrebbero avere, una forzatura culturale ed artistica che stravolge la concezione della realtà quale la conosciamo. Ed anche attraverso i materiali, Carriero propone la sua visione della realtà, in un percorso che accompagna i suoi studi e con i quali si confronta per spostare il confine della conoscenza sempre un metro oltre. Alabastro, cemento, bronzo, ceramica, metalli, sono i materiali necessari per esprimere questa sua sete di conoscenza ed i risultati, per approssimazioni successive, quasi sempre gli danno ragione. Le sue opere sono il frutto di una scelta che “racconta” questo suo percorso e questa sua ansia di tradurre a suo modo un’emozione, una forma, un elemento invisibile ai più.

 

Critico d’arte, Arturo Tuzzi 

 

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